Santa Maria della Vittoria
A Napoli la chiesa che ricorda con il suo stesso titolo la vittoria di Lepanto si trova nella piazza omonima, dove ha anche inizio la Villa Comunale. E, naturalmente, sono in pochi a sapere a quale vittoria sia intitolata la piazza, spesso confondendola con quella conseguita nella prima guerra mondiale; d’altra parte, e lo affermo con ironia, in tempi di continui, ripetuti abbracci ecumenici, non è proprio politicamente corretto evocare e celebrare vittorie militari di cristiani contro maomettani…
Auxilium Christianorum
Tornando a Lepanto, il grande evento bellico del 1571, svoltosi all’imboccatu*ra del golfo omonimo, era stato preparato da papa Pio V, al secolo Michele Ghisleri (Papa dal 1566 al 1572). Lo stesso aveva promosso una Lega con Venezia e la Spagna, aderendovi anche il Duca di Parma, il Duca di Savoia, il Duca di Urbino, le Repubbliche di Genova e Lucca, il Granduca di Toscana, gli Estensi di Ferrara, l’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme (più noto come Ordine di Malta) ed i Gonzaga di Mantova. Il comando supremo fu affidato a Don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’Imperatore Carlo V e all’epoca soltanto ventiquattrenne. Il 7 ottobre avvenne lo scontro tra la soverchiante flotta turca e l’Armata cristiana. La vittoria di quest’ultima fu schiacciante ed attribuita alla protezione della Santa Vergine, invocata come Auxilium Christianorum.
Dopo la vittoria, ovunque sorsero chiese e cappelle dedicate a Santa Maria della Vittoria, per iniziativa di confraternite e di gruppi di combattenti tornati da Lepanto. L’immediato successore di Pio V, papa Gregorio XIII (1572-1585), elevò la memoria del grande evento a commemorazione liturgica, quella della SS. ma Vergine del Rosario, da celebrare la prima domenica di ottobre. Infatti, sulle navi cristiane prima dello scon*tro si pregò con il Rosario. Ed è anche bello ricordare come, in modo mistico, papa Pio V apprese della vittoria navale: nel pome*riggio dello stesso 7 ottobre, mentre era per affari di governo con alcuni prelati, d’improvviso si levò in piedi, si avvicinò alla finestra fissando estatico un punto. Poi, riavvicinatosi ai prelati, disse «Non occupiamoci più di affari, ma andiamo a ringraziare Iddio. La flotta cristiana ha ottenuto vittoria».
Numerosi interventi
La chiesa napoletana fu edificata assieme ad un piccolo convento ed affidata ai frati carmelitani, ai quali il luogo era stato concesso dal Marchese di Polignano; fu subito intitolata a S. Maria della Vittoria. Successivamente i Padri del Gesù acquistarono il palazzo ed i giardini sovrastanti la chiesa per costruirvi un no*viziato. Ma, in seguito ad un litigio con lo stesso marchese di Polignano, furono costretti a cedere il luogo e la chiesa. Così, dopo qualche anno, esattamente nel 1628, Donna Giovanna d’Austria, Princi*pessa di Butera e figlia di Don Giovanni, il vincitore di Lepanto, rinnovò a sue spese la chiesa e vi aggiunse un monastero ed uno ospedale; la direzione del complesso fu affidata ai Padri Teatini.
Successivamente, nel 1646, la chiesa fu migliorata a cura di Donna Margherita d’Austria Branciforte, principessa di Butera. Il lunettone sovrastante l’altare maggiore ospita un grande dipinto che rappresenta Pio V e Don Giovanni d’Austria ai piedi della S. Vergine con Bambino. Il condottiero è genuflesso e reca nella sinistra il bastone di comando, consegnatogli dal Vi*ceré di Napoli, card. Antonio Perrenot de Granvelle (1571-1575); la Vergine ha nella mano sinistra la palma della vittoria, ed il Bambino nelle Sue braccia sostiene il globo terracqueo.
La chiesa ha subito in seguito ulteriori ritocchi: prima con il terremoto del 1732, poi nel 1735 una decorazione a stucco ad opera di Andrea Tramontano. Nel 1824 la chiesa fu privata della facciata ed il complesso conventuale fu affidato a privati, che lo adibirono ad abitazioni.
Farne memoria è cosa buona e salutare per la nostra stessa fede, oggi troppo mortificata e disorientata da ben altri eventi ecclesiastici.
https://www.radioromalibera.org/cult...ella-vittoria/
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