La Cruzada

01 Giugno 2018




La guerra civile spagnola non è scoppiata per cause internazionali: affonda invece le proprie radici nella storia contemporanea della Spagna. Essa fu l’ultima manifestazione del conflitto più che secolare tra due Spagne, iniziato nel 1808 con l’invasione della nazione iberica da parte di Napoleone I. Quella cattolica e tradizionale, «evangelizzatrice di mezzo mondo, martello degli eretici, luce di Trento, spada di Roma, culla di S. Ignazio», come la definì Marcelino Menéndez Pelayo, e quella degli afrancesados, imbevuti delle idee della Rivoluzione francese, che volevano «l’instaurazione del laicismo dello Stato con tutte le sue inevitabili e rigorose conseguenze […] la Spagna ha finito di essere cattolica», come si espresse il capo del governo repubblicano Manuel Azaña. Le due Spagne si erano affrontate più volte, anche militarmente con le tre guerre carliste.

Ciascuna delle due parti, nazionalisti e repubblicani, però cercò e trovò sostegno a livello internazionale, in base ad affinità ideologiche ed a considerazioni di potenza e di interesse nazionale.

Il campo nazionalista, il cui capo indiscusso, dopo la morte dei Generali Sanjurjo e Mola, fu il Generale Francisco Franco, monarchico e devoto cattolico, comprendeva tre componenti: i militari, conservatori e monarchici, i carlisti, cattolici contro-rivoluzionari, e la Falange, il fascismo spagnolo, assai più cattolico di quello italiano.

I repubblicani includevano i radicali, i socialisti di varie tendenze, i comunisti stalinisti o trozkisti, gli anarchici: li accomunava la ferocia anticlericale e l’appartenenza di molti alla massoneria. Giustamente la guerra civile spagnola fu chiamata la Cruzada, poiché la contrapposizione fu soprattutto di carattere religioso: non fu uno scontro tra fascismo e democrazia, né semplicemente una lotta contro il comunismo, i cui adepti erano all’inizio minoritari nel campo repubblicano.

Perché intervenne l’Europa

Ciò non toglie che i nazionalisti ottennero il sostegno dell’Italia fascista e della Germania nazista, anche se il fervente cattolico Franco, che non si separava mai da una reliquia di Santa Teresa d’Avila, poco aveva in comune con Mussolini e soprattutto con il pagano Hitler. L’Italia inviò in Spagna il Corpo Truppe Volontarie (circa 50.000 uomini comandati da Ufficiali del Regio Esercito) e la Regia Marina collaborò alle operazioni navali.

La Germania inviò circa 10.000 uomini, tra i quali i 6.000 della legione Condor. I repubblicani ebbero l’appoggio dell’Unione Sovietica, che inviò 2.000 uomini, i quali, oltre a combattere Franco, eliminarono i trozkisti; della Francia, ove governava il Fronte Popolare (la stessa forma di coalizione politica del governo repubblicano), che però non inviò truppe; e del Messico massone e anti-clericale.

La più fedele alla politica di non intervento fu la Gran Bretagna, ove i conservatori simpatizzavano in maggioranza per Franco, compreso Winston Churchill, ma erano frenati dal coinvolgimento nazi-fascista e da remore legalitarie.

L’Italia puntava ad avere in Spagna un regime affine al Fascismo, dal quale sperava di ottenere la concessione di basi militari nelle Baleari; Mussolini desiderava una vittoria rapida dei nazionalisti, sia perché l’impegno militare, che seguiva a ruota la guerra di Etiopia, impegnava le scarse risorse italiane, sia perché la guerra civile spagnola toglieva libertà di manovra alla sua politica estera, alienandolo dalle democrazie occidentali e legandolo alla Germania nazista. Per quest’ultima stessa ragione Hitler, che pure voleva serrare la Francia tra due Potenze ostili, preferiva che la guerra durasse a lungo.

Analogamente Stalin, impegnato in quegli anni nelle feroci “purghe” all’interno del partito, aveva interesse a tener viva l’ostilità nel campo capitalista tra democrazie e dittature, distogliendo l’attenzione dal suo Paese; inoltre il prolungamento della guerra permetteva ai comunisti di regolare i conti con i trozkisti, i socialisti e gli anarchici. Nella fase finale della guerra i comunisti stalinisti spagnoli attuarono un loro “colpo di Stato” contro il governo repubblicano. Inoltre Stalin poté impadronirsi delle riserve auree e di valuta pregiata della Banca centrale spagnola.

La Francia appoggiava i repubblicani spagnoli sia per ragioni ideologiche sia per non trovarsi appunto presa in mezzo tra la Germania nazista e la Spagna franchista, una situazione strategica che avrebbe rispecchiato quella del XVI secolo con gli Asburgo al di là del Reno e dei Pirenei.

Cospicua fu la partecipazione di formazioni volontarie in entrambi i campi. Con i nazionalisti militarono 20.000 portoghesi della “legione di Viriato”, 600 camicie verdi irlandesi del Generale Eoin O’ Duffy, la Bandera Jeanne d’Arc, composta da francesi comandati dal Capitano Henri de Bonneville de Marsagny e inquadrati nella Legion, una compagnia di russi bianchi unitisi ai requetés carlisti, Guardie di ferro romene, 50 belgi, 50 inglesi e alcuni americani. È evidente la motivazione religiosa di questi volontari. I repubblicani contarono su circa 40.000 membri delle cosiddette Brigate Internazionali, 3.350 dei quali antifascisti italiani e 3.000 di origine ebraica.

La benedizione della Chiesa

Soprattutto i nazionalisti contarono sull’appoggio della Chiesa, sottoposta, già prima dello scoppio delle ostilità, ad una violenta persecuzione da parte dei repubblicani: il numero dei religiosi (compresi 11 vescovi) massacrati nei modi più brutali oscilla secondo le varie fonti, dai 7.000 secondo uno storico ai 16.500 indicati dal quotidiano della Santa Sede,L’Osservatore Romano. Quasi ottocento martiri cattolici sono già stati elevati agli onori degli altari. La cruzada fu benedetta dalla Chiesa spagnola e dalla Santa Sede: Pio XII si rallegrerà con Franco «della vittoria tanto desiderata della Spagna cattolica».

A riprova che gli appoggi ricevuti non ne condizionarono la politica estera, Franco tenne la Spagna fuori dalla Seconda Guerra Mondiale, resistendo alle forti pressioni di Hitler e Mussolini. Alla fine della guerra, la Spagna franchista, dopo un periodo di ostracismo, fu riammessa nella comunità internazionale ed accolta dagli Stati Uniti come alleato nella Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica.


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