Una pareja de sodomitas adopta a una niña de tres años en Italia, lo cual es una absoluta novedad en ese país. La Fiscalía impugna el procedimiento. Al contrario de lo que cabría esperar, el vicario de Bolonia, Monseñor Giovanni Silvagni, parece avalar esta adopción con un lenguaje tramposo:

Noticia: Gay, bambina di tre anni affidata a coppia di omosessuali - il Resto del Carlino - Bologna
De la que entresaco un párrafo, que espero que se entienda aunque esté en italiano:

“I giudici hanno il dovere e la responsabilità di tutelare il bene dei minori e di stabilire nel caso concreto qual è il miglior bene possibile. Anche nel caso della bambina si presume abbiano fatto questa valutazione, per quello che è nelle loro possibilità e nelle loro conoscenze”. Lo dice il vicario generale dell’arcidiocesi di Bologna, monsignor Giovanni Silvagni, interpellato dall’Ansa. Ha parlato di una vicenda “di cui non conosciamo tutti i dettagli e dai contorni necessariamente sfumati e riservati” e ha invitato a non “fare astratte dichiarazioni di principio sulla pelle di questa bambina”. “Siamo davanti ad un caso concreto - ha ribadito Silvagni - e il tema non è la condizione omosessuale, ma il miglior bene possibile di questa bambina”.

Y esta entrevista al vicario también es de traca: Affido ai gay, la Curia non condanna: «Valutato il bene della piccola - Corriere di Bologna

Affido ai gay, la Curia non condanna:
«Valutato il bene della piccola


Il vicario della Curia Silvagni: «Considerare i casi concreti»

Monsignor Giovanni Silvagni


BOLOGNA - «In linea generale si può dire che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma e, quando non li ha o da loro viene allontanato, ha bisogno comunque di un contesto che riproduca quella situazione. Questo a livello generale, poi c’è il caso singolo, concreto». Monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Chiesa di Bologna, interviene così sul caso della bimba di tre anni data in affidamento temporaneo alla coppia omosessuale.

Monsignore, la posizione della Curia sulla questione ormai è nota. Però lei dice che bisognerebbe distinguere il generale dal particolare...

«Dico che bisogna pensare al bene della bambina e alle motivazioni che hanno spinto i giudici a ritenere opportuno il suo affidamento a quella coppia piuttosto che a un’altra. Non credo che il giudice abbia affidato la bimba a quelle persone perché omosessuali, ma solo per fare il bene del minore».

Una valutazione che potrebbe essere fatta sempre, caso per caso, no? Forse aiuterebbe ad uscire dal dibattito e a concentrarsi solo sui bambini.


«Davanti ai casi concreti, ritengo che sia necessario pensare alle persone concrete. Di questo caso non conosco i termini, è una questione molto delicata, tra l’altro circondata da molta riservatezza. Certo è che qualcuno ha ritenuto che il migliore bene possibile per la bimba fosse quello, forse perché c’era già una conoscenza tra lei e le persone a cui è stata affidata».

Monsignore, eppure proprio attorno a casi come questo da sempre si scatenano polemiche che contrappongono le parti e la posizione della Chiesa è sempre stata molto chiara: no a bimbi cresciuti in famiglie omosessuali
.

«Qui però non si sta ragionando per capire se a livello generale un bimbo abbia bisogno di un papà e di una mamma o di due papà o due mamme; qui stiamo parlando di quella bambina e di due persone di cui non conosciamo nulla. Non usiamo questo caso come una bandiera in un senso piuttosto che in un altro. Pensiamo al bene di questa bambina».
Desde luego, si se confirma esto y nadie interviene para rectificar a este clérigo serpenteante y a ser posible cesarlo, sería un escándalo mayúsculo, de los que hacen perder la fe en esta Iglesia.

Hay que procurar que Infocatólica, La Cigüena y otros blogs influyentes se enteren de esto y se hagan eco. Es la única manera de hacerles llegar una protesta a los de arriba.