De matrimonio.
Miguel Ayuso (a cura di)
[Marcial Pons]
L’Unione Internazionale Giuristi Cattolici, associazione privata di fedeli di diritto pontificio che riunisce giudici, avvocati, notai, magistrati, docenti di diritto e altri giuristi di ogni parte del mondo, ha voluto portare il proprio contributo al dibattito sul matrimonio avviatosi dentro e fuori la Chiesa a partire dalla discussa “relazione Kasper”. È così nato De matrimonio, volume pubblicato dal prestigioso editore Pons e curato personalmente dal presidente dell’Unione il professor Miguel Ayuso Torres (magistrato militare, già in servizio al Tribunale Supremo del Regno di Spagna, docente di diritto costituzionale alla Pontificia Università Comillas di Madrid).
Il volume consta di nove saggi di altrettanti autori, saggi pubblicati in lingua originale (italiano, spagnolo, portoghese, francese, tedesco e inglese), introdotti da una breve Presentazione scritta dal professor Ayuso.
Gli autori sono tutti giuristi di fama internazionale e di assoluto prestigio, alti magistrati, accademici, giudici di Corti supreme: il giudice Ricardo Dip della Corte Suprema brasiliana, il professor Brian M. McCall dell’Università dell’Oklahoma, il filosofo Bernard Dumont direttore della rivista Catholica di Parigi, il professor Wolgang Waldstein emerito di Diritto romano e già Rettore dell’Università di Salisburgo, il professor Danilo Castellano ordinario di Filosofia del diritto e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Udine, l’alto magistrato Alejandro Ordonez Maldonado Procuratore Generale della Nazione della Repubblica di Colombia, il professor José Maria Sanchez ordinario di Diritto canonico e Diritto ecclesiastico all’Università di Siviglia, l’avvocato argentino Luis Maria de Ruschi matrimonialista e giudice ecclesiastico. Infine il professor Ayuso per il capitolo conclusivo.
Copie del volume sono state inviate al Papa, ai membri del Sacro Collegio, ai Padri sinodali, a Vescovi e teologi di molti Paesi al fine di fornire un contributo scientifico (scienza del diritto) ai lavori del Sinodo ordinario sulla famiglia che si aprirà in ottobre.
Ogni saggio affronta e sviluppa un particolare tema relativo all’istituto del matrimonio e alla realtà della famiglia, alla natura giuridica del patto matrimoniale, al diritto di famiglia e al rapporto tra diritto naturale, diritto divino positivo, legge dello Stato e norma canonica in riferimento al tema in oggetto.
Il contributo dell’avvocato de Ruschi, ad esempio, sarà senza dubbio prezioso nel dibattito sinodale affrontando con magistrale perizia il tema del “difetto di fede dei nubendi” in ragione della validità del consenso matrimoniale. Con una analisi che si estende lungo gli ultimi due secoli e si radica nell’insegnamento immutabile di Trento sul matrimonio, il giudice di Buenos Aires rileva, pur riconoscendo l’emergere del problema nel post-Concilio e il suo permanere nel dibattito sino ad ora (la nullità per difetto di fede è stata riproposta, tra gli altri, dal cardinale Scola e da autorevoli esponenti della così detta scuola di Milano), la difficoltà dottrinale di pensare la validità del consenso come inficiata dal difetto di fede dei contraenti stante la verità dell’inseparabilità di contratto e sacramento (da cui “todo matrimonio celebrado entre bautizados es sacramento” p. 142) e del matrimonio istituto di diritto naturale. Tanto più che “la sacramentalidad del matrimonio […] es un efecto de la trasformacion ontologica operada por el bautismo, irreversible e independiente de la conducta moral del bautizado” (p. 149). Nel suo argomentare de Ruschi ricorre ampiamente al Magistero di san Giovanni Paolo II e rileva aspetti centrali della Dottrina cattolica sul matrimonio.
Il saggio di de Ruschi, in modo particolare, sottolinea la giuridicità naturale dell’istituto matrimoniale per ciò stesso sottratto, nel suo dato essenziale, all’arbitrarietà del legislatore tanto civile quanto ecclesiastico. Ribadendo la dottrina tradizionale il de Ruschi richiama al dovere proprio della Chiesa di “partir de una realidad intangible (el matrimonio tal como lo instituyo Dios desde el principio)” (p. 151) facendosene custode per agire pastoralmente “en la verdad y en la justicia” (p. 151).
A ben leggere è l’intero volume a potersi riassumere nella considerazione del matrimonio come realtà giuridica naturale e nel richiamo alla giustizia, intesa come conformità all’ordine delle cose, quale vincolo all’azione tanto dell’individuo quanto della società, tanto dello Stato quanto della Chiesa.
Tutto il saggio del professor Waldstein, il più grande studioso di diritto romano vivente e l’unico accademico citato da Benedetto XVI nel suo celebre discorso al Parlamento tedesco, è una profonda e attenta analisi del matrimonio quale istituto di diritto naturale a partire dalla lezione del giurisperito romano Modestino. Castellano svolge le sue ampie considerazioni attenendosi alla definizione aristotelica di famiglia e così il giudice Dip che ad Aristotele affianca san Tommaso. Non diversamente McCall che argomenta a partire dalla tradizione aristotelico-tomista e romanistica riconoscendo il matrimonio come “the lifelong union of one man and one woman for the purpose of begetting, rearing and educating children” (p. 43).
Un intero saggio, quello del professor Sanchez, è dedicato a dimostrare ed illustrare, anche attraverso una attenta analisi della giurisprudenza occidentale, che il matrimonio è “institucion de derecho natural” di cui l’ordinamento positivo deve prendere atto riconoscendo il matrimonio e la famiglia per ciò che sono. Nessun potere può mutare l’istituto matrimoniale nel suo essere, nelle sue proprietà essenziali.
E le proprietà essenziali del matrimonio sono date dalla natura stessa del matrimonio, non dipendono dalla volontà del legislatore statale o dalla volontà dei nubendi/sposi, neppure dall’autorità ecclesiastica che si limita a riconoscerle (ad esempio nella legislazione canonica). La natura e le proprietà del matrimonio godono della perennità propria dell’ordine naturale impresso dal Creatore. Bene le ha enumerate ed illustrate il professor Castellano dopo aver ricordato che la famiglia è quella comunità naturale che si costituisce con il contratto di matrimonio (il quale richiede il libero consenso delle due parti e un’intrinseca causa rappresentata dalla procreazione ed educazione dei figli): “Il matrimonio, che è già famiglia e che sta, comunque, all’origine della famiglia medesima, s’impone, dunque, come necessariamente eterosessuale, monogamico, indissolubile, unitario e sussidiario” (p. 23). Castellano, e con lui tutti gli altri autori di questo volume, riporta tutto alla “essenza della famiglia” (p. 21), del matrimonio, essenza che è data, che è solo da riconoscere e accogliere.
Dopo aver ricordato la dottrina cattolica sul matrimonio, per la quale l’indissolubilità è proprietà essenziale del contratto naturale di matrimonio e dunque proprietà necessaria di ogni matrimonio per essere vero matrimonio, il professor Dumont presenta il conflitto tra l’idea di indissolubilità matrimoniale e l’ideologia moderna avente per cardine “l’affirmation de la liberté du sujet, une liberté comprise comme autodétermination de la volonté individuelle, ne connaissant d’autre limite que la volonté des autres” (p. 81), libertà pensata dunque nella negazione della normatività naturale, nella “négation de la réalité la plus élémentaire” (p. 82).
È da questa concezione fondamentale propria della modernità politica che nasce il rifiuto di un ordine naturale non soggetto alla volontà umana ma che piuttosto l’uomo è chiamato a riconoscere e a conformarvisi , il rifiuto dell’indissolubilità “assimilée à un esclavage” (p. 83) mentre, concepita classicamente la libertà, si può affermare con Amerio che “la doctrine catholique de l’indissolubilité du mariage est […] une grande célébration de la puissance de la liberté: de plus, une grande célébration de la puissance ordinaire de la liberté, car elle concerne tous les individus” (p. 97). È in questo nucleo ideologico della modernità, che potremmo definire liberale, che si radica la mentalità divorzista e la “eclissi della famiglia” (p….) di cui scrive Castellano, “la evaporacion del matrimonio” (p. 168) che denuncia Ayuso.
La negazione dell’ordine giuridico naturale e l’imporsi moderno di una concezione vitalistica della libertà intesa come “liberacion de las obligaciones” (p. 168) hanno condotto alla “desaparicion del matrimonio como institucion” (p. 161) negli ordinamenti contemporanei (occidentali). Anche se permane nominalisticamente, l’istituto del matrimonio in tutta la sua verità non è più presente negli ordinamenti positivi d’Occidente, “no se ha tratado solo del oscurecimiento de la indisolubilidad, sino también progressivamente de la unidad y aun del dato primario de la heterosexualidad” (p. 168).
Questa denuncia che Ayuso pone a conclusione del volume riprende, oltre al saggio di Castellano, l’analisi del giudice Dip sulle “novas unioes sexuais” (p. 38) promosse dai “movimentos ideologicos contrafamiliares” (p. 38) e via via riconosciute giuridicamente, equiparate al matrimonio dagli ordinamenti occidentali in un processo di “extensao nominal para uma extincao real” (p. 39): si estende il riconoscimento giuridico a tutte le unioni sessuali e così facendo si estingue la famiglia come “situacao juridica peculiar” (p. 39), si estingue il matrimonio come istituzione.
Di fronte a tutto ciò, denuncia il presidente Ayuso, il mondo cattolico (anche ecclesiale) pare preda di un generalizzato “conformismo con el mundo” (p. 153), invece di alzare la voce del diritto contro l’arbitrio, la voce della verità contro la dittatura del relativismo, invece di richiamare la fedeltà all’ordine naturale, alla giustizia sembra dominare la ricerca clericale del compromesso, la rincorsa a “battezzare” il mondo moderno, a benedirne le assurdità e le depravazioni.
Citando il grande giurista Vallet de Goytisolo, Ayuso ci ricorda che “el matrimonio debe ser indisoluble. […] el matrimonio, verdaderamente tal, es indisoluble; que la indisolubilidad, come la unidad, constituye una cualidad intrinseca y esencial al concepto natural de matrimonio” (p. 170). E allora trovano ancor più forza le parole del procuratore Ordonez che, commentando la proposta Kasper, la denuncia “como el desafio mas grave presentado desde el siglo XVI a la integridad de la doctrina catolica […] la propuesta del cardenal se funda en las expectativas humanas y desconoce en el fondo la naturaleza divina del matrimonio y su indisolubilidad” (p. 106). Sono parole pesantissime tanto più che sono state lungamente pensate e provengono da un giurista cattolico di fama internazionale che nel suo Paese, la Colombia, ricopre una carica istituzionale di primo piano, la seconda dello Stato dopo il presidente della Repubblica.
Ordonez, con lui, in varia forma, tutti gli autori di questo volume, ribadisce l’inviolabilità della indissolubilità del matrimonio, così come delle altre proprietà essenziali, e afferma con chiarezza che l’ammissione dei divorziati “risposati” alla Comunione Eucaristica equivarrebbe a disconoscere proprio l’indissolubilità del matrimonio. Una qualunque prassi pastorale che disconoscesse il matrimonio anche in un solo aspetto di tutta la sua esigente verità e delle relative conseguenze sarebbe gravemente contraria al diritto (naturale), costituirebbe un agire intrinsecamente ingiusto.
De matrimonio, testo autorevole per gli autori che vi hanno scritto e perché espressione ufficiale dell’Unione Internazionale Giuristi Cattolici, si può intendere come un documentato (scientificamente) e accorato appello a “le respect de la justice” (p. 96) relativamente al matrimonio. Appello rivolto ai singoli come ai pubblici poteri ma soprattutto alle Gerarchie ecclesiastiche perché sappiano riconoscere l’ordine naturale che regge matrimonio e famiglia, ne colgano la verità immutabile, ne siano fedelmente custodi e vi conformino il proprio agire.
SAMUELE CECOTTI
AA. VV., De matrimonio, a cura di Miguel Ayuso, Marcial Pons, Madrid 2015
De matrimonio. - Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân
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