Guerra di Spagna. Le verità nascoste di un massacro
Franco Maestrelli
Si dice che la storia sia scritta dai vincitori e che la versione di questi sia quella universalmente accettata. Prendiamo per esempio la storiografia sulla Guerra Civile spagnola degli anni trenta del secolo scorso: senza alcun dubbio fu vinta dalla parte della Spagna nazionale, dai “franchisti” ma ovunque la versione accreditata come “verità” dagli storici è quella dei perdenti. Basta entrare in una qualsiasi libreria, avvicinarsi allo scaffale di storia e si troveranno decine di libri di storici italiani, anglosassoni, francesi, spagnoli che, con pochissime eccezioni, esaltano la Repubblica sconfitta e rappresentano la Spagna nazionale come il male assoluto.
Al massimo si concede il beneficio di riconoscere che in qualche caso i miliziani anarchici e comunisti commisero qualche nefandezza contro la Chiesa cattolica, giustificate però dall’alleanza della Chiesa e dei cattolici con gli insorgenti franchisti. A divulgare questa versione politicamente corretta si presta anche la cinematografia. Il regista inglese Ken Loach nel suo noto film Terra e Libertà raffigura in alcune sequenze uno scontro tra miliziani rossi e franchisti nei pressi di una chiesa con l’atto finale della scoperta che il “cecchino” appostato sul campanile era il parroco che finirà ovviamente giustiziato…Peccato che questa scena sia di pura fantasia e riprenda pari pari un’immagine propagandistica del Frente Popular, come il celebre falso fotografico dei seminaristi spagnoli armati.
A distanza di ottanta anni da quei fatti storici però le passioni politiche non si sono acquietate e cercare di ristabilire qualche verità occorre una certa dose di coraggio. Lo storico Mario Arturo Iannaccone, a cui il coraggio non difetta visto che nel 2013 ha dato alle stampe un libro che rompe il silenzio sulla guerra tra anticlericali e cattolici del Messico degli anni tra il venti e il trenta, si è cimentato ora con un denso libro che, ricollegandosi in qualche modo al precedente, affronta le vicende della guerra di Spagna. Argomento ben più scottante perché nell’opinione pubblica è più marcatamente ideologizzato e soprattutto vide l’intervento di italiani dall’una e dall’altra parte.
Per svolgere questo compito Iannaccone allarga l’orizzonte temporale dei fatti: anziché concentrarsi solo sull’arco di anni dal 1936 al 1939, come in genere avviene, risale al 1931 per andare alle radici della Guerra Civile. Occorre infatti partire dall’esilio del Re Alfonso XIII e dalla proclamazione della Seconda Repubblica spagnola e scoprire che, proprio come nel Messico degli anni venti, si iniziò con brevi tentativi di rivolte anarchiche, espropri di beni della Chiesa e un progetto di laicizzazione forzata che fece salire la tensione politica. Il Generalissimo Francisco Franco era ancora un militare obbediente al Govero repubblicano, la Falange di José Antonio de Rivera era un movimento minoritario ma le insurrezioni e gli omicidi erano già iniziati.
Nel 1934 si ha il tentativo rivoluzionario dei socialisti di Largo Caballero nelle Asturie con assalti alle forze dell’ordine, alle sedi dei partiti avversari, alle chiese e uccisioni di religiosi e avversari politici. Un vero e proprio tentativo di rivoluzione comunista, in spregio alla nuova Costituzione repubblicana, con distruzioni spaventose e represso con brutalità dal Governo repubblicano. Ormai era stato dato fuoco alle polveri e seguì un periodo preinsurrezionale con la militarizzazione della società fino all’alzamiento del luglio 1936, primo atto della vera e propria guerra di Spagna , con internazionalizzazione del conflitto e che durerà fino al 1939.
Il volume di Iannaccone esamina a fondo di questo lungo periodo dal 1931 al 1939 gli aspetti sociologici e ideologici, il ruolo effettivo della Chiesa e dell’Esercito e le indecisioni della politica.
La seconda parte del volume affronta nel dettaglio le stragi di religiosi e laici cattolici, cercando di fare chiarezza sulle responsabilità e distinguendo bene tra i trecentomila morti quelli caduti in azioni di guerra, quelli per motivi politici e quelli uccisi in odio fidei, solo perché cattolici. Di questi ultimi già quasi un migliaio sono stati beatificati e proclamati martiri dalla Chiesa a partire dagli anni novanta. Un intero capitolo è dedicato ai rapporti tra la Chiesa e la Segunda Republica e l’atteggiamento della stessa Chiesa durante la vera e propria Guerra Civile facendo giustizia di alcuni luoghi comuni della vulgata.
Il volume si avvale anche della presentazione dello storico iberico Vicente Carcel Ortì (autore di una monumentale storia delle persecuzione religiosa spagnola in più volumi) e di un indice dei nomi nonchè di una copiosa bibliografia aggiornata sulla più recente produzione storiografica internazionale.
Mario Arturo Iannaccone
PERSECUZIONE
La repressione della Chiesa in Spagna fra Seconda Repubblica e Guerra Civile (1931 – 1939),
Lindau, Torino, 2015,
pagine 613, euro 34,00
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