I governatori della Milano spagnola
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di Mauro Colombo
Premessa storica
Francesco II Sforza, l'ultimo duca di Milano, morì il 2 novembre del 1535. Anche se pochi giorni dopo lo stendardo imperiale di Carlo V sventolava già sui torrioni del Castello, si dovette attendere fino al 1544 perché Milano potesse avere una sorte certa ed un "legittimo padrone". Infatti, con il trattato di Crepy (firmato per porre fine alla guerra con la Francia) Carlo V ottenne il diritto di scegliere tra una di queste due alternative: tenere il Ducato di Milano e cedere i Paesi Bassi al duca di Orleans, oppure preferire l'ipotesi inversa, cioè tenere i Paesi Bassi e cedere Milano.
La scelta effettuata nel 1545 avrebbe potuto cambiare il corso della storia: Carlo V decise infatti di cedere Milano, giudicata dai suoi consiglieri eccessivamente ostile agli Spagnoli e possibile fonte di preoccupazioni politiche. Ma a soli sei mesi da tale decisione, la morte improvvisa dell'Orlèans fece sì che Carlo V si rimpossessasse della città, per poi affidarla al figlio, Filippo II. Solo a questo punto Milano entrò ufficialmente nell'orbita di un impero vastissimo, fatto di una miriade di territori diversi retti da leggi e consuetudini differenti. Del resto, anche il territorio dello Stato di Milano era a sua volta ben lontano dal costituire un organismo unitario, essendo formato dal Ducato di Milano, dalla contea di Como, dalla contea di Novara, dal contado di Vigevano, dal principato di Pavia, dalla contea di Lodi, dalla contea di Alessandria e Tortona, dalla provincia di Cremona. Tutti soggetti amministrativi dotati di una certa autonomia finanziaria, all'interno dei quali, inoltre, sopravvivevano ulteriori ripartizioni locali (città e borghi) con propri privilegi e consuetudini.
Oltre allo Stato di Milano, l'impero di Carlo comprendeva, sul suolo italico, altri due possedimenti: Napoli e la Sicilia. Per la gestione dei tre territori venne creato il Consiglio d'Italia, in seno al quale sedevano un presidente (di alta nobiltà spagnola) e sei reggenti, tre spagnoli e tre "naturali", ovvero uno per ciascuna provincia spagnola. In ciascuna provincia, inoltre, sedeva un amministratore che si relazionava direttamente col re di Spagna: il Governatore, per Milano, il Vicerè per Napoli e Sicilia.
Il Governatore di Milano era dunque di nomina regia, e manteneva la sua carica per tre anni, anche se nulla di preciso era stabilito in materia. Egli era a capo di un vasto organismo chiamato Cancelleria Segreta, composta da impiegati e funzionari, una sorta di piccola corte. Il governatore non era però il rappresentante militare, carica che spettava al Castellano. Tuttavia moltissimi Governatori riuscirono a sommare i due incarichi.
Il governatore, appena entrato in carica, riceveva il giuramento della città e dei feudatari, e la retribuzione annua era pari a 24.000 ducati. Nei momenti di sua assenza da Milano o in caso di interregno, i poteri politici e amministrativi venivano affidati al Castellano, oppure al Presidente del Senato. Solo in un secondo tempo si affidò l'interinato al Consiglio Segreto.
I poteri del Governatore erano quelli tipici di un capo di Stato, benché del suo operato egli dovesse rispondere al re di Spagna. Suoi compiti erano quelli di natura diplomatica, religiosa, monetaria e finanziaria. Presiedeva il Consiglio Generale dei 60 decurioni. Aveva potere di ordinanza, cioè potestà normativa, poteva accordare la grazia e nominava direttamente le cariche biennali. Non del tutto chiariti erano tuttavia i rapporti tra Governatore e Consiglio d'Italia.
Elenco dei governatori
Presentiamo di seguito la serie di governatori succedutisi nel comando del Ducato di Milano in età spagnola, secondo l'elencazione data alle stampe nel 1776 ad opera di Francesco Bellati (vedi Bibliografia).
1535, 2 novembre
Antonio de Leyva, principe di Ascoli, capitano della lega difensiva d'Italia, cesareo luogotenente generale nel dominio milanese.
Ebbe per primo l'idea di una nuova cinta muraria cittadina. Morì nella guerra di Provenza il 15 settembre 1536, e fu sepolto in Milano, nella chiesa di San Dionigi.
1536, 9 ottobre
cardinale Marino Caracciolo, cesareo luogotenente generale del dominio milanese.
Ebbe solo poteri politici ed economici (i poteri militari vennero attribuiti a don Alfonso d'Avalos d'Aquino, marchese del Vasto). Morì in città il 28 gennaio 1538.
1538, febbraio
don Alfonso d'Avalos d'Aquino, marchese del Vasto, capitano generale in Italia, luogotenente di sua maestà cesarea per lo stato milanese.
Durante il suo governo vennero promulgate le Nuove Costituzioni (vedi la pagina su Bartolomeo Arese e il Senato di Milano). Morì a Vigevano il 31 marzo del 1546.
1546, aprile
don Alvaro de Luna, castellano, ottenne la carica interinalmente.
1546, 1 ottobre
don Ferrante (o Fernando) Gonzaga, principe di Molfetta, duca di Ariano, capitano generale e luogotenente.
Fece erigere il nuovo giro di mura (vedi la pagina sul Castello sforzesco) avvalendosi di Giovanni Maria Olgiati, e potenziare il Castello. Aumentò la grandezza della piazza del Duomo.
Fu uomo di vasta cultura e amante dell'arte. Si avvalse del genio di Domenico Giunti, cui affidò un piano architettonico unitario per migliorare la città. Si fece erigere, dallo stesso architetto, una prestigiosa villa di campagna, villa Simonetta.
1555, 12 giugno
don Ferdinando Alvarez de Toledo, duca d'Alba, cesareo luogotenente e capitano generale d'Italia. Il 31 gennaio 1556 viene trasferito.
1556, giugno
cardinale Cristoforo Madrucci, vescovo e principe di Trento e Bressanone, luogotenente.
1557, gennaio
don Giovanni de Figueroa, castellano, governò interinalmente.
1558, 20 luglio
don Consalvo Ferrante de Cordova, duca di Sessa, capitano generale.
1560, giugno
Francesco Ferdinando d'Avalos de Aquino, marchese di Pescara.
Emise numerosi editti sulle monete, al fine di dar loro una sistemazione razionale. In materia finanziaria stabilì anche il divieto, per i sensali (mediatori di valute), di esigere più di un sesino sopra ogni scudo o altro prezzo d'oro nei cambi della specie, o valute ricercate.
1563, 27 marzo
don Consalvo Ferrante de Cordova, duca di Sessa, per la seconda volta.
1564, 16 aprile
don Gabriele de la Cueva, duca di Albuquerque, marchese di Cugliar, conte di Ledesma e Huelma. Capitano generale di SM Cattolica in Italia.
Descritto come buon governatore, durante una carestia non lesinò gli aiuti ai bisognosi elargendo sussidi. Morì a Milano il 21 agosto 1571, fu sepolto nella chiesa dei Cappuccini di S. Vittore agli olmi in porta Vercellina.
1571, 21 agosto
governo interinale dei consiglieri del Consiglio Segreto.
1571, settembre
don Alvaro de Sande, capitano generale per SM in Italia, castellano di Milano.
Con lui il Senato prese il titolo di Eccelso e Eccellentissimo.
1572, 7 aprile
don Luigi de Requesens, commendatore maggiore di Castiglia, del consiglio di stato e capitano generale di SM cattolica in Italia.
Si adoperò contro gli abusi e gli strapoteri degli Ecclesiastici. Passò poi a governare le Fiandre.
1573, 17 settembre
don Antonio de Guzman, marchese d'Ayamonte, del consiglio segreto di SM e capitano generale in Italia.
Si impegnò per arginare i problemi della terribile peste del 1576-1577, promulgando numerosissime grida in materia.. Morì a Milano il 20 aprile 1580, fu sepolto nella chiesa della Pace.
1580, aprile
governo interinale dei consiglieri del Consiglio Segreto.
1580, luglio
don Sancio de Guevara e Padiglia, castellano e capitano generale in Italia.
Apprezzato da Carlo Borromeo per le sue inclinazioni religiose. Eliminò alcuni privilegi introdotti dai suoi predecessori.
1583, 21 marzo
don Carlo d'Aragona, principe di Castelvetrano, duca di Terranova, marchese d'Avola, conte di Burgeto, grande ammiraglio, gran contestabile di Sicilia, capitano generale in Italia.
Stabilì che i governatori venissero appellati col titolo di Magnifici o Spectabiles, e il Senato Potentissime rex. A quest'ultimo tolse il potere di avocare a se le cause di spettanza dei giudici inferiori.
1592, 4 dicembre
Ivan Fernandez de Velasco, contestabile di Castiglia, cameriere maggiore di SM in Italia, duca di Frias, conte di Haro e Castelnuovo, signore della casa dei Velasco, capitano generale in Italia.
1595, 11 marzo
don Pietro di Padiglia, castellano. Governò interinalmente.
1595, novembre
Ivan Fernandez de Velasco, per la seconda volta.
Prese numerose iniziative contro gli abusi ecclesiastici, fu ricordato tuttavia per aver autorizzato l'apertura della via detta tutt'oggi Velasca, a spese di Ermete Visconti, affinché la via Larga fosse agevolmente unita al corso di porta Romana, di modo che migliore risultasse la sfilata dei carri di carnevale.
Contro il lusso delle classi agiate, emise una grida, in occasione del carnevale, perché nessuno osasse vestirsi con tele d'oro o d'argento o drappi di seta, pena la confisca dell'abito.
1600, 16 ottobre
don Pietro Enriquez de Acevedo, conte di Fuentes, del consiglio di stato di SM cattolica, capitano generale
Introdusse l'obbligo per gli stampatori di sottoporre ogni libro all'approvazione del governo. Dispose il trasferimento delle bancarelle del mercato ortofrutticolo dalla piazza del Duomo alla vicina zona del Verziere, per rispetto verso la cattedrale. A lui si deve il palazzo del capitano di giustizia. Uniformò i pesi e le misure.
Condusse il naviglio pavese quasi al Ticino, secondo i progetti originari. Non riuscì comunque a portare a termine l'opera di sterramento, benché di ciò si volesse vantare facendo erigere (1605) il famoso monumento, con magniloquente epigrafe latina, posto tra la Darsena e l'imbocco del naviglio pavese (il cui ponte fu poi detto quindi "del trofeo"; poi tale manufatto fu demolito nel 1865, e parzialmente conservato presso i Civici musei d'Arte Antica).
Morì a Milano il 22 luglio 1610.
1610, luglio
governo interinale dei consiglieri del Consiglio Segreto, per gli affari politici ed economici; don Diego de Portugal, conte di Jeleus, del consiglio supremo di guerra, castellano, per gli affari militari. Quest'ultimo ebbe numerosi scontri di competenze con il consiglio segreto, volendosi arrogare tutto il potere di governo.
1610, dicembre
Ivan Fernando de Velasco, per la terza volta.
Introdusse il principio secondo il quale le gride dei governatori continuassero ad avere effetto per due mesi dopo la morte del governatore promulgante. Si impegnò contro l'incetta del grano, autorizzando i "prestinai" a prendere al prezzo comune il grano di cui abbisognassero, a prescindere dal prezzo praticato dagli speculatori.
1612, maggio
governo interinale dei consiglieri del Consiglio Segreto.
1612, 30 luglio
don Giovanni de Mendoza, marchese de la Hynoiosa, gentiluomo della camera e del consiglio di guerra, generale dell'artiglieria di Spagna.
Istituì la milizia nazionale, per la custodia della città. Partì per la guerra del Monferrato lasciando il governo al castellano.
1614, 20 agosto
don Sanchio de Luna e Rojas, castellano, membro del consiglio segreto, governò in assenza di Giovanni de Mendoza.
1614, novembre
don Giovanni de Mendoza, ritornato dalla campagna militare.
1616, 13 agosto
don Sanchio de Luna, per nuova assenza del Mendoza.
1616, 19 gennaio
don Pietro de Toledo Osorio, marchese di Villafranca, membro del consiglio di stato, capitano generale.
Fu l'artefice della cosiddetta "Concordia Giurisdizionale" per la riappacificazione tra il foro secolare e quello ecclesiastico.
1618, 22 agosto
don Gomez Suarez de Figueroa e Cordova, duca di Feria, capitano generale.
Dovette affidare temporaneamente al Consiglio Segreto il governo di Milano, per assenza dovuta a motivi militari. Vietò ai sudditi milanesi di far stampare i libri all'estero.
1625, aprile
interinalmente, i consiglieri del Consiglio Segreto.
1626, 22 maggio
don Gonzales Fernandez de Cordova, capitano generale del consiglio di guerra. Prima interinalmente, poi confermato per il triennio.
Numerosi provvedimenti in favore dei poveri, con blocco dei prezzi del pane e delle biade. Questa manovra tuttavia spinse i fornai a chiudere bottega, con conseguente assalto alle rivendite ("rivolta di S.Martino", descritta nei Promessi Sposi).
Ordinò che nei processi, allegazioni e suppliche di parti fossero raccolte in libri, quando formate da più fogli.
1629, 29 agosto
don Ambrogio Spinola Doria marchese de los Balbases, commendator maggiore di Castiglia, capitano generale del consiglio di stato.
Si ammalò sul campo di battaglia del Monferrato, e morì poco dopo aver ceduto il governo interinalmente al Consiglio Segreto.
1630, febbraio
interinalmente il Consiglio Segreto.
1630, 3 dicembre
don Alvaro Bazan marchese di santa Croce, generale del mare, capitano generale.
Partecipò alla guerra del Monferrato, alla sua uscita dalla città fu insultato dalla folla.
1631, 30 marzo
Duca di Feria, per la seconda volta.
Iniziò con lui la tassa della Mezzannata. La rese poi meno gravosa per gli impiegati pubblici. Partecipò alle manovre in Monferrato e poi alla campagna d'Alsazia contro gli eretici.
1633, 24 maggio
don Ferdinando, infante di Spagna, fratello del Re, cardinale e arcivescovo di Toledo.
1634, 14 luglio
don Gil de Albornoz, cardinale di santa Maria in Via, capitano generale.
1635, 17 novembre
don Diego Felippez de Guzman, marchese di Leganes, Gentiluomo della sua camera, presidente del consiglio di fiandra, cap. gen d'artiglieria di Spagna, commendator maggiore di Leone, primo cavallerizzo, (…).
1636, aprile
don Ferdinando d'Affan de la Riviera, Enriquez duca di Alcalà.
Morì a Vienna, inviatovi quale plenipotenziario.
1636, giugno
don Diego Felippez de Guzman, per la seconda volta.
Istituì l'archivio generale, ingiunse ai notai di usare libri bollati, come anche i tesorieri, mercanti, banchieri e simili.
1637, giugno
consiglieri del Consiglio Segreto, interinalmente. Contemporaneamente anche il Cardinale Trivulzio firmò alcune gride, a titolo, evidentemente, interinale, con una non chiara sovrapposizione al Consiglio Segreto.
1641, 12 febbraio
don Giovanni de Velasco e della Cueva, conte de Sirvela, capitano generale.
1643, agosto
don Antonio Sanchio Davila, Toledo e Colonna marchese di Velada.
1646, 24 febbraio
don Bernardino Fernandez de Velasco e Tovar, contestabile di Castiglia e di Leone, duca di Frias, marchese di Verlanga, conte di Haro e Castelnovo, signore della casa di Velasco e Tovar, coppiere maggiore e cacciatore maggiore, capitano generale di Castiglia la Vecchia e delle corti del mare. Si impegnò su alcuni problemi della procedura criminale e sulla velocità dei giudizi.
1647, 15 novembre
don Inigo Fernandez de Velasco e Tovar, conte di Haro.
Figlio del precedente governatore, fu nominato per quattro mesi, per supplire alla malattia del padre.
1648, 25 giugno
don Luigi De Benavides Carillo e Toledo, marchese di Fromista e Caracena, conte di Punac, signore delle ville di Yues, S.Munoz, e Matilla, cavaliere dell'ordine di San Giacomo, commendatore di Gnamachiucco, gentiluomo di Camera.
Vietò alle carrozze di attraversare le funzioni pubbliche che si svolgevano lungo le vie. Proibì inoltre alle meretrici di passare in carrozza lungo i corsi frequentati dalle dame.
1656, 1 aprile
Teodoro cardinale Principe Trivulzio.
Morì a Milano nel marzo del 1657, e fu sepolto in santo Stefano in Brolio nella cappella di famiglia.
1656, 5 settembre
don Alfonso Perez de Vivero, conte di Fuenseldagna.
Proibì che durante il carnevale, nelle case private i festeggiamenti continuassero oltre la mezzanotte, e vietò pure che a tali festini entrassero uomini travestiti da donna e donne da uomini.
1660, aprile
interinalmente i consiglieri del Consiglio Segreto.
1660, 13 maggio
don Francisco Gaetano duca di Sermoneta e di san Marco, principe di Caserta, marchese di Cisterna, signore di Bassiano, Ninfa, S.Felice, e S.Donato; cavaliere dell'ordine del toson d'oro.
Vietò che si giocasse per le strade durante le ore della dottrina cristiana.
1662, 5 giugno
don Luigi de Guzman, Ponze de Leon, gentiluomo della camera di SM, capitano della guardia spagnola.
Istituì gli appalti per gli alloggiamenti delle truppe. Morì a Milano il 29 marzo 1668, e trovò sepoltura presso la chiesa di S.Maria alla Scala.
1668, 14 aprile
interinalmente don Paolo Spinola Doria, marchese de los Balbases.
Paolo Spinola Doria (nato a Milano il 24 febbraio 1632 e morto a Madrid il 23 dicembre 1699) è figlio di Filippo, a sua volta figlio di Ambrogio, già governatore di Milano. Sposa Anna Colonna e ha un figlio Filippo. [Ringrazio di queste notizie Anna Bardazza Serralunga.]
1668, 10 settembre
don Francisco de Orozco, marchese de Olias, Mortara e s.Reale, gentiluomo della camera di SM.
1668, 28 dicembre
interinalmente i consiglieri del Consiglio Segreto.
Venne proibito agli osti di ospitare presso le loro osterie le meretrici al fine di gestire postriboli.
1669, marzo
interinalmente don Paolo Spinola Doria, per la seconda volta.
1670, 21 maggio
don Gaspare Tellez Giron Gomez de Sandoval Enriquez de Rivera, duca di Ossuna, conte di Uregna, marchese di Pegnafiel e di Belmonte, cameriere maggiore, notaro maggiore dei Regni di Castiglia, clavero dell'ordine di Calatrava, tesoriere perpetuo della real casa della moneta di SM.
Vietò ai nobili di piantare davanti ai loro palazzi le colonnine-paracarro di pietra per delimitarsi porzioni di strada, poichè risultavano di grande intralcio alla circolazione.
Rimase tristamente famoso per aver insidiato alcune signore della nobiltà.
1674, 7 luglio
Claudio Lamoraldo principe di Ligne, de Amblice e del sacro romano impero, sovrano di Faignoles, cavaliere dell'ordine del toson d'oro.
Vietò per il futuro ai Governatori che si fossero trovati in impedimento di delegare le proprie funzioni alla moglie, ai figli o ai parenti, salvo specifiche autorizzazioni reali.
1678, 6 novembre
don Giovanni Tommaso Enriquez de Cabrera e Toledo, conte di Melgar, gentiluomo della camera di SM.
Istituì la necessità, per i Ministri, di ottenere autorizzazione governativa nel caso volessero uscire dai confini del ducato. Proibì il cumulo delle cariche pubbliche.
1686, 8 aprile
don Antonio Lopez de Ayala, Velasco e Cardenes, conte di Fuensalida, di Colmenar, signore dello stato di Villerias e delle ville di Orexa, Guecas, Lillo, Humanes, Guadamur. Primo capitano perpetuo di una compagnia della guardia vecchia di Castiglia.
1691, 26 maggio
don Diego Felippez de Guzman, duca di san Lucar la Major, marchese di Leganes, di Mayrena e di Movata, gentiluomo della camera di SM, commendator maggiore di leone nell'ordine di san Giacomo, signore delle ville di Valverde, Villar dell'Aquila, e Vacia Madrid, Alcade Perpetuo della casa reale, Regidore perpetuo di Madrid, capitano generale dell'artiglieria di Spagna.
Regolò le problematiche connesse alle truppe, come le vettovaglie, le munizioni, la fortificazione delle piazze, …
1698, 17 maggio
don Carlo Enrico di Lorena, principe di Vaudemont, conte di Bilth, Sarwerden, Folkenstein e Walham, barone di Fenestrange, signore di Flobecq, Lessines, Ninove Waure, cavaliere dell'ordine del Toson d'oro, gentiluomo della camera di sua maestà.
Tale Governatore mantenne il suo incarico anche dopo che nel novembre 1700 lo stato fu occupato dai Francesi col duca d'Angiò (col nome di Filippo V).
Sopraggiunti gli Austriaci nel settembre 1706, il Governo fu affidato dall'imperatore Giuseppe I a suo fratello Carlo III.
1706, 26 settembre
Eugenio principe di Savoia e Piemonte, marchese di Saluzzo, consigliere di Stato, presidente del consiglio aulico di guerra, maresciallo di campo, colonnello di un reggimento di dragoni, cavaliere dell'ordine del Toson d'oro.
Il suo ingresso a Milano segnò definitivamente la fine della dominazione spagnola: la città passò nelle mani degli Austriaci.
::: Storia di Milano ::: Governatori della Milano spagnola
La Iglesia es el poder supremo en lo espiritual, como el Estado lo es en el temporal.
Antonio Aparisi
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