Lettera del Duca Vespasiano Gonzaga a San Pio V. Documento inedito
"Postes sciens Iesus quia omnia consummata sunt, ut consummaretur Scriptura, dixit: Sitio. Vas ergo erat positum aceto plenum. Illi autem spongiam plenam aceto hyssopo circumponentes obtulerunt ori eius. Cum ergo accepiset Iesus acetum, dixit: Consummatum est. Et inclinato capite tradidit spiritum".
Secundum Iohannem 19, 28-31
"Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò."
Vangelo secondo Giovanni 19, 28-31.
Molto grato ai miei cari amici Franco Maestrelli e Luis Gómez
Accadde anni fa. Era una mattina di dicembre ed il mio amico Luis Gómez ed io arrivammo all'antico convento di Madre de Dios di Baena (Cordova). Nel convento ancora persevera una comunità di suore domenicane, tra le quali stava la nostra amica Suor María del Pilar Cano. Era prossima la commemorazione multiseculare di quel cenobio. E la nostra suora ci chiese che dessimo un'occhiata ad alcuni documenti che custodisce l'archivio conventuale. Lettere, molte lettere. Ma, tra tutte queste lettere, ci attirò specialmente l'attenzione una in particolare che racconta schiettamente l'origine di un pezzo della reliquia della sacra spugna.
Dopo la morte della sua amata moglie, Vespasiano Gonzaga Colonna racconta che trova tra i gioielli di sua moglie una apprezzata reliquia. Il Duca decide figlialmente di farla arrivare al Romano Pontefice San Pio V. E questa è la lettera: la lettera trovata in un convento della Spagna, scritta in italiano antico e che riproduco qui con lievi modifiche, rispettando per quanto possibile la letteralità dell'epistola. Si tratta di un documento inedito che si pubblica per la prima volta. Tra parentesi quello che non è chiaro nel testo
LETTERA DI SUA ECCELLENZA PER NARRARE LA VERITÀ DI DITTA SPONGA
Quando il Sr. Duca Vespasiano mandó la sponga á Pío Quinto.
Sono tante le grazie che ho ricevuto dalla Benignita della Sua Santità (Sta. Vª) oltre la molta obligatione che gli ha tutt’il Christianesmo, che come devotissimo servo suo non ho di lasciare á dietro cosa che gli possa recar soddisfazione. Hora havendo dopoi la mia molta perdita che feci di Donna Anna d'Aragona mie moglie, retrovato fra le sue Gioye alcune reliquie, delle quale si come haveva ancora notitia in vita sua, la più nobile era un pezzetto della sponga di Ntro. Signore ne ho voluto far parte alla Sua Santità (Sta. Vª) come per il presente se gli manda, et per che la Sua Santità (Sta. Vª) possa più agevolmente credere esser della vera, sara servita perdonarmi si gli narrarò un poco diffusamente da dove sie havuta, non per giattanzia ma meglio edificare nell'animo della Sua Santità (Sta. Vª) questa credenza. Sopra dunche come mancando la linea dei Re di Aragona nel Re Martino per più attinente aquella corona in concorrezza d'altri fu dichiarato da none Arbitri di quei Regni traquali fa il Glorioso San Vicenzo Ferrer, l'infante Don Ferrante figlio dal Re di Castiglia et di Leone, il quale fu non meno valeroso che devoto et hebbe memorabili vittorie contra Mori, questo che fu per linea legittima tritàvo di mia moglie, et l'altri suoi predecessori é cosa notoria che con l'armate Catalane scorleró più volte il paese di Giudea é Palestina, é si trova ancora nelle croniche presentorno al Soldano cose preziose per haver da lui reliquie in contracambio et cosi n'hebbero assai, ben che mai potessero ottenere il corpo di Sta. Barbara, per la molta devotione che in Egitto segli haveva, da questo Re Ferrante fu figlio l'infante Don Henrico d'Aragona Maestro di San Giacomo che mori ferito nella bataglia di Olmedo lasciando dopossi l'infante Don Henrico d'Aragona et Sicilia Duca di Segorbe, dal quale nacque Don Alfonso Duca di Segorbe, gran Condestable di Aragona, Padre d'Donna Anna qual partecipó seco delle sue reliquie essendo gli stata sempre carissima, questo basti per dare alla Sua Santità (Sta. Vª) notitia di come é pervenuta nelle mie mani, et per argumento della fede che segli ha da prestare sene haveva la Sua Santità (Sta. Vª) in Roma aggiongera questa particella all'altra et quando non vene sia mi sara gratissimo che per mio mezzo vi sia pervenuta, et in ogni (evenbi) sara perpetuo testimonio della fede et osservanza mia verso la Sua Santità (Sta. Vª) alla quale con oferir me et questo stato baso humilmente i santissimi piedi.
Personaggi storici menzionati in questa lettera
Vespasiano Gonzaga Colonna
(Fondi, 6 dicembre 1531 - Sabbioneta, 26 febbraio 1591). Nacque da Isabella Colonna e da Luigi Gonzaga "Rodomonte". Fu Duca di Sabbioneta, Duca di Trajetto, Marchese di Ostiano, Conte di Rodigo, Conte di Fondi, Barone di Anglona, Signore di Bozzolo, di Rivarolo Mantovano ed di Commessaggio, di Turino ed di Caramanico. Uomo di fiducia del Re Filippo II di Spagna, Virre di Navarra, virre di Valencia, Grande di Spagna, cavaliere della Orden del Tosón di Oro.
Anna d'Aragona
Erede della reliquia. Figlia di Alfonso d’Aragona, duca di Segorbe. Il matrimonio, favorito dal re di Spagna, Filippo II, venne celebrato in Spagna, nel 1564 e, nel settembre dello stesso anno, Anna e Vespasiano giunsero a Sabbioneta. Il 12 gennaio 1565 nacquero due gemelle, Giulia (morta in fasce) e Isabella. Il 27 dicembre dello stesso anno vide la luce il tanto atteso erede maschio, Luigi. Anna d’Aragona morì poco dopo, nel luglio del 1567, per una grave malattia, durante un soggiorno a Rivarolo.
San Pio V
San Pio V, nato Antonio Ghislieri (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572), fu il 225º papa della Chiesa cattolica e 133º sovrano dello Stato Pontificio (1566 - 1572). Apparteneva all'Ordine dei Frati Predicatori (domenicani). Venne canonizzato da Clemente XI il 22 maggio 1712. La sua memoria liturgica è il 30 aprile. Il Papa di Lepanto e recettore della lettera e reliquia.
Martino d'Aragona
Detto l'Umano (Girona, 29 luglio 1356 – Barcellona, 31 maggio 1410), fu Re di Aragona, di Valencia, di Sardegna e di Maiorca, re titolare di Corsica, Conte di Barcellona, Rossiglione, Cerdagna e Empúries dal 1396 al 1410, primo Duca di Montblanc dal 1387 al 1396. Fu anche re di Sicilia (Martino II di Sicilia, anche Martino II di Trinacria o Martino il Vecchio) dal 1409 al 1410. Fu l'ultimo discendente dei Bellonidi, la linea maschile legittima dei conti di Barcellona discendente da Goffredo il Villoso, a regnare sull'Aragona.
Ferrante I di Aragona, Valencia, Sardegna, Maiorca e Sicilia
Ferdinando di Trastámara, detto el d'Antequera, anche Ferdinando il Giusto (Medina del Campo, 2 novembre 1380 – Igualada, 2 aprile 1416), fu un principe della casa reale di Castiglia che divenne re di Aragona, Valencia, Sardegna, Maiorca e Sicilia, re titolare di Corsica, Conte di Barcellona e delle contee catalane, dal 1412 al 1416.
San Vincenzo Ferrer
Vincenzo Ferrer (Valencia, 23 gennaio 1350 – Vannes, 5 aprile 1419), fu un religioso e predicatore apocalittico del Regno di Valencia, appartenuto all'ordine dei Domenicani. Si adoperò in modo particolare per la composizione dello scisma d'Occidente; fu proclamato santo da papa Callisto III nel 1455. Confessore ed uomo di fiducia di Ferrante I di Aragona.
Henrico Fernández
Conosciuto anche come Enrico d'Aragona o Enrico d'Alburquerque (Medina del Campo, 1400 – Calatayud, 15 giugno 1445) principe della casa reale castigliana Trastámara, dall'età di 9 anni (1409) fu Gran Maestro dell'Ordine di Santiago, poi, dal 1418, conte di Alburquerque, dal 1420, duca di Villena, dal 1435, signore di Segorbe e infine, dal 1436, conte d'Empúries sino al 1445, anno della sua morte. Nella prima battaglia di Olmedo del 19 maggio 1445, dove Enrico venne ferito ad una mano. Rientrato in Aragona, morì a Calatayud (Saragozza), circa un mese dopo, il 15 giugno, in seguito alla ferita riportata che era andata in cancrena.
Manuel Fernández EspinosaIL RESTO RITORNERÀ: Lettera del Duca Vespasiano Gonzaga a San Pio V. Documento inedito
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